LIBRO DEL MESE SETTEMBRE 2013 – Non so niente di te (Paola Mastrocola)
Fil non è dove dovrebbe essere e non fa quel che dovrebbe fare. Nessuno lo trova, ma lui non s’è perso.
Un romanzo esuberante, un’irresistibile commedia degli equivoci in cui seguendo la storia e le sue giravolte, alla fine ci troviamo a seguire noi stessi.
Perché il tempo febbrile che ritma le nostre vite non è l’unico possibile: esiste anche il tempo di chi prova a inventarsi, nell’ombra, un’esistenza diversa.
È un mattino di novembre. Nella sala di uno dei più prestigiosi college di Oxford, centinaia di persone aspettano l’inizio di una conferenza. Dopo qualche minuto entrano – nel silenzio generale – decine e decine di pecore. Bianche, lanose, ordinate, moderatamente belanti. Le guida Filippo Cantirami, giovane economista italiano, che come nulla fosse comincia il suo intervento sulla crisi dei mercati.
Inizia così il nuovo romanzo di Paola Mastrocola, che a poco a poco, alternando toni ironici, riflessivi e fiabeschi, dà forma a una storia che si legge in un soffio e lascia un’eco lunga. Quella incredibile invasione di pecore getterà nel caos i genitori Cantirami, convinti che il figlio modello sia a Stanford a finire un dottorato, e che si ritrovano all’improvviso spiazzati e in ansia. Cosa combina Fil, dov’è finito, chi è veramente? E chi è quel suo compagno Jeremy con il quale ha stretto un patto, che cosa si sono scambiati i due ragazzi, qual è il loro segreto?
Tutti a cercare una risposta, anche la sorella, anche la svagata e fascinosa zia Giuliana: ognuno seguendo una sua pista, facendo le sue indagini, viaggiando da un continente all’altro o dentro di sé, fino a scoprire che probabilmente, a dispetto dei sentimenti più profondi che legano le persone tra di loro, sappiamo ben poco gli uni degli altri. Fil sembra sparito nel nulla, perduto in un mistero. Imprendibile.
E intanto, sullo sfondo, la crisi dei nostri giorni. Ma raccontata da lontano, come guardando il presente dal futuro, tra una cinquantina d’anni.
Filippo Cantirami, il giovane rivoluzionario della Mastrocola, è un ragazzo privilegiato, un personaggio scomodo, di questi tempi: eppure è lui – in virtù dei suoi pensieri, dei suoi silenzi, dei suoi gesti e delle sue scelte – che pagina dopo pagina ci apre al sogno di una vita diversa. Un sogno che ci porta a riflettere sull’idea di tempo e sulla possibilità di metterla in discussione, di ripensarla. Un sogno che inizia con il ronzio di un calabrone e finisce con la ricerca di una libertà che ognuno di noi vorrebbe – anche al prezzo di una rinuncia – riconquistare.